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Come organizzare un viaggio in Tibet: la guida completa

In questo articolo trovi la mia guida su come organizzare un viaggio nella provincia del Tibet.

Il Tibet è uno dei luoghi più “misteriosi” al mondo a motivo della sua posizione geografica e della situazione politica. La difficoltà nell’organizzare il viaggio e ottenere i permessi verrà però ripagata con paesaggi incredibili e una cultura senza pari al mondo.

In questa guida al Tibet ho deciso di raccontare la mia esperienza e di dare qualche consiglio generale su come organizzare il viaggio. Nel prossimo articolo scriverò una guida più dettagliata sui luoghi che ho visitato.

Qual è il periodo migliore per visitare il Tibet?

Il Tibet è una delle poche province cinesi interessanti da visitare tutto l’anno. L’unica limitazione è tra Febbraio e Marzo quando, in occasione del Capodanno Tibetano, i permessi di viaggio non vengono rilasciati. Ricorda che le date del Capodanno tibetano cambiano ogni anno.

Il periodo migliore, dal punto di vista meteorologico, sono i mesi tra Aprile a Ottobre. Anche se a Lhasa non fa mai troppo freddo, altri luoghi, come per esempio la strada per il lago Namtso, potrebbero essere temporaneamente chiusi in inverno in caso di abbondanti nevicate e quindi potrebbe non essere possibile visitarli. Tieni quindi presente questo aspetto se stai programmando il tuo viaggio in inverno.

Queste sono le date di bassa e alta stagione secondo la maggior parte delle agenzie di viaggio:

Bassa stagione

Gennaio, Febbraio, Aprile, Maggio, dal 1° Giugno al 24 Giugno, Ottobre (esclusi i primi 8 giorni del mese), Novembre, Dicembre

Alta stagione

Dal 25 al 30 Giugno, Luglio, Agosto e Settembre (dal 1° al 24). Dal 25 Settembre all’8 Ottobre è considerata altissima stagione.

Come posso organizzare il mio viaggio in Tibet?

Dopo le proteste del 2008, la Cina non permette più agli stranieri di recarsi in Tibet in modo indipendente (tranne per i pochi stranieri in possesso della “Greencard” cinese). Quindi, se sei un backpaker o comunque ami viaggiare in solitaria, ho brutte notizie: devi per forza di cose unirti a un tour o, se il tuo budget lo consente, prenotare un tour per una sola persona (pagando un sovrapprezzo).

Questi sono i passaggi necessari per ottenere il permesso per viaggaire in Tibet:

  • Non è possibile visitare il Tibet da soli. Bisogna ottenere un permesso speciale attraverso una delle agenzie specializzate (se ti serve un visto cinese puoi trovare informazioni al riguardo nella mia guida di viaggio sulla Cina). Nel mio caso, ho prenotato il mio viaggio con l’agenzia Wonders of Yunnan. Ho viaggiato e lavorato con loro diverse volte, quindi posso dire che si tratta di un’agenzia molto affidabile. Sicuramente consigliata. L’agenzia si occuperà di prenotare gli hotel, i biglietti per le attrazioni turistiche e i costi dell’autista.
  • L’agenzia ti chiederà di fornire i documenti necessari ecompilerà il modulo per fare richiesta del permesso di viaggio, che deve specificare tutti i luoghi che visiterai. I documenti richiesti cambiano continuamente, così come le restrizioni specifiche applicate a determinati Paesi. Ad esempio, i cittadini di alcuni Paesi possono visitare il Tibet solo se nello stesso tour ci sono almeno 5 persone in totale e tutte devono provenire dalla stessa nazione.
  • Una volta rilasciato, il permesso sarà spedito e dovrai sempre avere la copia originale durante il viaggio in Tibet perché verrà costantemente controllato.
  • Dopo aver ottenuto il permesso, puoi prenotare i voli, che sono in media più costosi di quelli per altre parti della Cina.
  • Tieni presente che il Tibet è mediamente più costoso di altre zone della Cina e questo vale anche per i pasti.

Un’altra cosa da tenere a mente è che la città in cui si entra per la prima volta in Tibet deve essere la stessa scritta nel permesso. Non si può entrare in Tibet, ad esempio, da Shigatze se il permesso dice che si entra da Lasa.

Cosa posso vedere in Tibet?

La maggior parte dei tour sono piuttosto standard e comprendono alcuni giorni a Lasa e Shigatze (chiamata anche Shigatse), per poi procedere in altre località intermedie come il lago Yamdrok, il ghiacciaio Karola, la prateria di Yampachen, il lago Namtso e il campo base dell’Everest.

Ci sono altri tour più specifici incentrati per esempio sull’escursionismo, ma dato che era la mia prima volta in Tibet ho voluto fare il tour classico.

Una domanda frequente è: posso girare da solo o devo stare sempre con una guida? La risposta è: dipende. Quando si è in una città si può effettivamente stare da soli. Ho trascorso praticamente 2 giorni a girovagare per i vicoli di Lasa senza la mia guida. Ma non è consentito entrare nel Palazzo del Potala e negli altri musei/attrazioni principali senza essere accompagnati. Se per qualche motivo hai qualche problema solitamente te la cavi dicendo che non capisci. In Cina funziona quasi sempre. Gli stranieri creano troppi mal di testa e poche persone parlano inglese. Quindi di solito riusciamo a cavarcela facilmente quando facciamo cose che non dovremmo fare (se non sono troppo gravi).

Come posso affrontare il mal di montagna?

Il mal di montagna è causato da un’ascesa troppo rapida, che non lascia all’organismo il tempo necessario per adattarsi alla riduzione dell’ossigeno e alle variazioni della pressione atmosferica. I sintomi includono mal di testa, vomito, insonnia e riduzione delle prestazioni e della coordinazione. Alcuni di questi sintomi si presenteranno anche a te. In genere, questi sintomi scompaiono in pochi giorni, ma in alcuni casi peggiorano e alcuni devono essere riportati a quote più basse.

Lhasa si trova a un’altitudine di circa 3600 metri e altri luoghi del tour arrivano fino a 5200 metri.

Questa è stata la mia seconda volta ad alta quota. La prima volta è stata nel Qinghai, in missione per fotografare i leopardi delle nevi sempre nell’altopiano tibetano, quindi sapevo già cosa aspettarmi. Non esiste un rimedio rapido a questi sintomi. Il modo migliore per affrontarli è bere molta acqua e cercare di riposare bene. Il problema è che la mancanza di sonno è un altro dei problemi causati dal mal di montagna. Mi è stato detto più volte di evitare di fare la doccia nei primi due giorni. Probabilmente ha a che fare con il livello di ossigeno nel sangue, soprattutto se si fa una doccia calda. Non sono sicuro che funzioni davvero, ma ho seguito il suggerimento, per sicurezza.

Per facilitare l’adattamento all’altitudine, ho deciso di prolungare il tour di un giorno, arrivando a Lasa un giorno prima, e sono felice di averlo fatto. Il mal di testa può essere molto forte nei primi due giorni.

Un’opzione per ridurre questi problemi è quella di raggiungere il Tibet in treno. Il treno ad alta velocità è ancora in costruzione (solo una parte è stata completata), ma quando sarà terminato potrebbe essere una buona alternativa all’aereo. Nel frattempo, è possibile prendere il treno normale, più lento, che collega il Tibet a Pechino.

Alcuni consigli fotografici per il Tibet

Il Tibet è famoso per i suoi incredibili paesaggi e per la sua cultura millenaria che può essere apprezzata da chiunque. Ma quando si viaggia in Tibet con l’obiettivo principale di scattare delle foto incredibili, ci sono alcune sfide in più rispetto ad altre zone del mondo.

  • Il problema principale, personalmente, è che agli stranieri NON è permesso usare il drone in Tibet. Tecnicamente mi è stato detto che non ci è permesso nemmeno portarne uno. I cinesi invece possono usarlo senza problemi nella maggior parte delle aree del Tibet. Questo è vero soprattutto nelle città, dove ci sono molti cartelli di divieto di volo per i droni e molti soldati che controllano. Quando si viaggia in aree remote, a meno che non ci si trovi vicino a una base militare (il che è una possibilità concreta, dato che in Tibet ci sono circa 500.000 tra poliziotti e militari, e solo circa 3 milioni di persone vivono nella provincia), è abbastanza improbabile che venga detto di non far volare il drone. Ma visto che l’ultima cosa che volevo da questo viaggio era essere accusato di essere una spia straniera, ho deciso di non portarle il drone: un vero peccato visto che i paesaggi sono tra i più belli del mondo.
  • A Lasa c’è un balcone panoramico, su una piccola collina di fronte al Palazzo del Potala, ma apre DOPO l’alba e chiude PRIMA del tramonto. L’ho scoperto solo dopo essere arrivato lì.
  • In generale, le persone non sono felici di essere fotografate. Se proprio vuoi fotografare una scena con delle persone, devi essere molto veloce prima che ti dicano di non farlo. Se gli chiedi il permesso, molto probabilmente ti verrà detto di no, soprattutto da parte dei monaci. La gente del posto parla Inglese meglio rispetto ad altre province della Cina. Alcune persone, della vecchia generazione, parlano addirittura meglio l’inglese del cinese.
  • Non ho mai visto un altro posto con così tanti posti di blocco della polizia in vita mia, persino più di quanti ce ne siano nello Xinjiang. Bisogna superare i posti di blocco per entrare nel centro storico di Lasa (Barkhor Street) e in qualsiasi altro luogo turistico del Tibet. So che può sembrare stupido, ma cerca di resistete alla tentazione di fotografarli. Lo stesso vale per i numerosi campi base militari “segreti” che inevitabilmente vedrai atterrando a Lhasa o girando per la provincia. Sono praticamente ovunque.
  • Se visiti il Tibet in inverno, ricordati che le batterie della macchina fotografica si scaricano molto più velocemente con il freddo.

Alcune osservazioni finali

Come avrai notato, non ho parlato molto della situazione politica in Tibet. Come ho imparato dopo aver vissuto in Cina per molti anni, la verità è molto diversa da quella che ci viene raccontata quando si tratta di questioni riguardanti la Cina, o altre parti del mondo in generale. Lo so perché vedo con i miei occhi come la Cina viene dipinta in Occidente e quanto sia diverso vivere qui rispetto a come viene raccontato.

Lo stesso vale anche per il Tibet. Ho un amico che vive lì e ho avuto modo di parlare molto della situazione e mi ha confermato che non è così semplice come a molti piace pensare.

Prima della “liberazione” o “invasione” cinese, o come la si voglia chiamare, la schiavitù era la norma, c’erano pochissime infrastrutture e, in generale, la società tibetana controllata dalla religione non era un luogo sicuro in cui vivere. Inoltre, l’aspettativa di vita era di circa 40 anni. Sì, i tibetani NON sono contenti della situazione politica attuale e dell’esilio del Dalai Lama, ma non ha senso lamentarsi con la propria guida turistica (che deve vivere lì e affrontare possibili conseguenze per aver parlato).

Quindi, mentre sei in Tibet, ricordati che sei un ospite, che nonostante la situazione ti è comunque ancora permesso viaggiare e vedere di persona alcuni luoghi politicamente molto delicati come il Palazzo del Potala e che, a prescindere da ciò che hai sentito nelle news, molto probabilmente non hai idea di come sia veramente vissuta la situazione da entrambe le parti.

Vale la pena visitare il Tibet?

Viste le sfide che si incontrano visitando questa zona, la domanda ha effettivamente senso. Naturalmente la risposta è soggettiva. Personalmente, direi di sì: vale davvero la pena visitare il Tibet. Nonostante quanto accaduto negli ultimi decenni, c’è ancora molta cultura da esplorare e luoghi incredibili da scoprire.

C’è però una cosa da tenere a mente. Ricorda che il Tibet è il nome di un’area geografica molto grande che comprende parte di altre province cinesi come lo Yunnan, il Sichuan, il Qinghai e il Gansu, e nazioni quali il Nepal, il Buthan e una piccola parte dell’India. Se vuoi avere più libertà di esplorare in modo indipendente, probabilmente il Nepal è l’opzione migliore. Se vuoi restare in Cina, il Sichuan è una buona alternativa visto che si può viaggiare più liberamente e senza guida (almeno dove è aperto agli stranieri).

La Regione Autonoma del Tibet è un luogo unico che per centinaia di anni ha plasmato la vita e la religione di decine di milioni di persone. Visitare il Palazzo del Potala equivale a visitare la Santa Sede e se riuscirai ad andarci durante una delle feste sacre Tibetane sarà un’esperienza unica nella vita.

Qui puoi trovare altre foto che ho scattato in Tibet.

1 commento su “Come organizzare un viaggio in Tibet: la guida completa”

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